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Convenzione conchiusa tra il Regno d'Italia e la Confederazione Svizzera per l'accertamento della frontiera fra la Lombardia ed il Cantone Ticino in alcuni punti sui quali eravi contestazione.

La frontiera fra la Lombardia ed il Cantone Ticino, attinenti l'una al Regno d'Italia, l'altro alla Confederazione Elvetica, è regolata dal Trattato di Varese del 2 agosto 1752 tra S. M. l'Imperatrice d'Austria Maria Teresa ed i dodici Cantoni della Lega Elvetica dominante di quà dai monti. Questo Trattato con analoghe spiegazioni e specificazioni provvede alla determinazione delle frontiere tra l'ex-Ducato di Milano e gli ex-Baliaggi di Locarno, Lugano e Mendrisio. Nel progresso dei tempi essendo insorte alcune contestazioni sull'andamento di essa frontiera, sia per alterazione delle linee indicate di confine, sia per poco esatte specificazioni del Trattato suddetto, sia perchè alcune parti di esse frontiere (come quelle attinenti al Comune lombardo di Campione, allora feudo dell'Abbazia di S. Ambrogio di Milano) non furono considerate nel Trattato, i due Governi Italiano e Svizzero si sono intesi onde devenire ad una sistemazione definitiva di tali pendenze. In conseguenza di che sono stati nominati come Commissari a quest'uopo: Da parte di S. M. il Re d'Italia,

Il signor cavaliere Luigi nobile Torelli, commendatore dei Ss. Maurizio Lazzaro, cavaliere dell'Ordine militare di Savoia, decorato della medaglia d'argento al valor militare, Tenente-colonnello ad honorem nell'Armata di S. M., Senatore del Regno, Governatore della provincia della Valtellina;

Il signor cavaliere Ezio nobile De-Vecchi, cavaliere dell'Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro, dell'Ordine militare di

Savoia e dell'Ordine Imperiale della Legion d'onore, deco- 1861 rato della medaglia d'argento al valor militare, ecc. ecc., Luogotenente-colonnello nel Corpo Reale dello Stato Mag

giore;

Ed il signor Paolo Turconi, Capo-Sezione presso il Ministero delle Finanze;

Da parte della Confederazione Svizzera,

Il signor Emanuele Bourgeois-Doxat, Colonnello federale; Ed il signor avvocato Carlo Battaglini, Membro del Gran Consiglio del Cantone Ticino;

I quali dopo essersi riuniti a Lugano il dì 11 settembre 1861, e scambiati i loro pieni poteri, ritrovati in buona e debita forma, si sono costituiti in Commissione sotto la presidenza del signor Colonnello federale Bourgeois-Doxat. Il signor Luogotenente-colonnello De-Vecchi è stato designato ad esercitare le funzioni di Segretario.

La Commissione ha dato immediatamente principio alle sue operazioni, ed ha convenuto di adottare come basi del lavoro di delimitazione le regole seguenti:

I. Il documento principale che deve servire di guida alla Commissione per rintracciare la vera situazione dei confini fra i due Stati Italiano e Svizzero nei siti contestati sia il Trattato di Varese del 1752 in un con le specificazioni di confine che lo hanno susseguito, ed i tipi planimetrici da cui è corredato. Questa Convenzione non costituisce dunque un nuovo trattato, ma un semplice schiarimento dei punti dubbiosi del precedente. Per conseguenza le descrizioni e decisioni, che essa converrà di applicare ai punti in contestazione, si considereranno intercalate nel Trattato di Varese ai siti che si riferiscono a questi; e laddove non si fa cenno in contrario, s'intende che il Trattato stesso continui ad avere il suo pieno valore;

II. Nei punti di frontiera, di cui il Trattato di Varese non si è occupato, si cercherà di adottare come limiti di Stato i limiti comunali attualmente riconosciuti;

III. Ove si crederà necessaria per la fissazione della

1861 frontiera nei punti contestati la collocazione di nuovi termini territoriali, questi porteranno iscrizioni analoghe a quelle dei preesistenti secondo il Trattato di Varese, e la loro numerazione sarà intercalata coll'aggiunta di una frazione fra la numerazione progressiva di questi. Quando i termini citati dal Trattato di Varese si trovino mancanti, essi saranno rinnovati;

IV. La Commissione è d'accordo di limitare il suo mandato alla fissazione delle linee di frontiera tra Stato e Stato, per quello che concerne la quistione di sovranità. Si stabilisce che i limiti fissati per le rispettive giurisdizioni sovrane dei due Stati segnino in pari tempo quelli della giurisdizione comunale dei Comuni di frontiera, ma nulla s'intende di pregiudicare sulle questioni di proprietà sia dei Comuni, sia dei privati, le quali resteranno interamente devolute alle Autorità giudiziarie degli Stati, in cui siano per trovarsi compresi i terreni ora in questione. La Commissione protesta anzi che il suo giudicato non deve ritenersi nè come prova, nè come semiprova di diritto di possesso, sia di Comuni, sia di privati, sopra i terreni ove questo diritto fosse incerto e la proprietà contestata;

V. Alcuni piani dettagliati dei più importanti terreni in contestazione fatti rilevare dalla Commissione internazionale Austro-Svizzera, che nel 1845 si occupò della questione senza giungere ad alcun accordo, potranno, se riconosciuti come l'espressione esatta del terreno, essere impiegati a schiarimento del testo nella definizione delle nuove frontiere, indicandovi graficamente gli accordi a cui si sarà giunti. Essi piani formeranno un corredo delle descrizioni testuali, e saranno, al pari di queste, vidimate dalla Com

missione.

Ammessi questi preliminari, la Commissione si è occupata, mediante l'esame dei documenti e le visite sul terreno in compagnia delle Autorità comunali interessate, di stabilire le frontiere nei punti contestati; ed ecco i risultati a cui essa è giunta, e che qui si espongono, citando

il luogo della questione, le Comuni interessate, e ponendo 1861 di contro gli articoli delle specificazioni del Trattato di Varese che ne restano modificate.

QUESTIONE PRIMA.

Sul luogo detto del Pairolo tra i Comuni di Puria lombardo e Sanvico svizzero. Trattato di Varese. Specificazione di Porlezza 25 agosto 1754, alinea 13, verso 1, tipo X del Trattato di Varese.

TESTO DEL TRATTATO.

Dalla detta cima chiamata l'Arrabione, rivolgendosi alla destra tra mezzogiorno e ponente sino al colmo e sassi detti di Noresso, indi discendendo al sito denominato il Pianone e risalendo poscia ad altro colmo detto del Noresso, proseguendo sempre la cresta dei monti sino alla cima dei sassi detti dei Pozzetti, ossia al colmo del Pairolo, poscia discendendo sino ad un piano in vicinanza al sito che si dice il Pairolo, che è un giro concavo di figura sferica della profondità di circa trabucchi otto e di diametro di circa trabucchi quindici, qual sito resta tutto nella Valsolda, e da detto sito salendo pure la costa denominata del Pairolo sino alla cima dei sassi del Parazzo.

MODIFICAZIONI DELLA COMMISSIONE.

Dalla detta cima chiamata l'Arrabione, rivolgendosi alla destra tra mezzogiorno e ponente sino al colmo e sassi detti di Noresso, indi discendendo al sito denominato il Pianone, e risalendo poscia ad altro colmo detto del Noresso, proseguendo sempre la cresta dei monti sino alla cima dei sassi detti dei Pozzetti, ossia al colmo del Pairolo, poi discendendo per la cresta divisoria delle acque fino al piano detto del Pairolo, e traversandolo a sette metri dal

1861 l'orlo di tramontana di questa escavazione circolare, che è tutta in Valsolda, si riprenderà a salire la cresta dominante del Pairolo sino alla cima dei sassi del Parazzo.

QUESTIONE SECONDA

Sul luogo detto Pian Biscagno tra i Comuni di Albogasio lombardo e Cadro svizzero. Trattato di Varese. Specificazione di Porlezza 25 agosto 1754, alinea 13, verso 14, Tipo X del Trattato di Varese. Piano annesso n.o 1 rosso.

TESTO DEL TRATTATO.

Indi proseguendo sino ad un rocco più alto addimandato il Sasso grande, ossia Preda-grossa, che colla sua cima divide anche i due territorii di Sanvico e Cadro svizzeri, e da questa cima discendendo sempre verso ponente per la cresta dei monti sino al Pian Biscagno, poscia con piccol giro verso tramontana andando al sito detto della Fornace, e da questo sito salendo tra mezzogiorno e ponente sino alla più alta cima addimandata la Colma Regia.

MODIFICAZIONI DELLA COMMISSIONE.

... Indi proseguendo sino ad un rocco più alto dimandato il Sasso grande, ossia Preda-Grossa, che colla sua cima divide anche i due territorii di Sanvico e Cadro svizzeri, si discenderà da detto rocco sempre verso ponente per la cresta dei monti, sino al sito ove termina detta cresta, e comincia il Piano Biscagno. Ivi è il termine n.° 7 114. Di poi obbliquando di pochi gradi a mezzogiorno, si prenderà l'allineamento del termine n.° 7 112 situato al fine di detto piano, ove si pronunzia la costiera della Colma Regia; e per questa costiera si raggiungerà la più alta vetta di questa montagna.

Ambi i termini sunnominati sono di sarizzo e di forma

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