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sieno pregi tali, da non farci temere di coraggiosamente asserire che dalla nostra parte abbiam procurato con tutte le forze de' nostri poveri talenti di corrispondere nella migliore maniera a' Real i comandi.

Il primo Opuscolo Normale, con cui s' incamminano i fanciulli ne' primi rudimenti del leggere, è già notissimo; perciocche, essendosi tutte le copie di due impressioni, che se ne son fatte, in pochi mesi smalute, è stato necessario in questo punto, che scriviamo, intraprenderne una terza edizione. Bisognerebbe, che tutti i nostri leggitori, per non darci la taccia d'inopportuni millantatori, avessero sotto gli occhi il cennato nostro Opuscolo, e l'altro di roveredo; perchè così, faccendone il confronto, verrebbero in chiaro della sincerità della nostra asserzione. Se noi prescinderemo dal metodo, con cui la cennata operetta è scritta, tutto il restante è di nostra ragione. I sopra indicati due libri del metodo di Germania appena dalla linea retta fanno nascere le seguenti lettere : i, n. All' incontro noi, analizzando le lettere dell' alfabeto, e scomponendole ne' loro primi elementi, ne formammo di essi una sen plicissima tavoletta incisa in rame, che comprende quindici elementi radicali, da' quali si compongono

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non solo le ventidue lettere del nostro alfabeto italiano; ma di vantaggio il k, la y, e la x, che sono proprie del Latino. Anderemmo troppo in lungo se tuttociò, che si è da noi immaginato ed eseguito per agevolare iprincipii del leggere a' nostri fanciulli, si volesse da' nostri lettori quì far notare; e passeremo a dire qualche cosa dell' introduzione alla nostra Calli

grafia. Tale operetta è tutta nuova per le nostre scuole. Quelle di Germania non mica mancano dell' opuscolo, nel quale s' insegna l'arte dello scrivere; ma le Scuole Normali Italiane del Circolo di roveredo sono prive di un tale ajuto. A questa mancanza supplisce l'indefessa cura e abilità del Sig. direttore D. Giovanni Marchetti, e di quegli altri bravi individui, cui la instruzione de' fanciulli è affidata. Noi non ommettemmo di seriamente dare opera all' arte dello scrivere, secondo i principii del metodo, che colà si osserva, per istra dare la Gioventù a scrivere con nitidi ed eleganti caratteri e siamo tenutissimi sopra gli altri al Sig. Abate Fischer, Maestro Catechista delle Scuole Normali Tedesche, il quale amichevolmente c'insegnò e la teoria e la pratica dello scrivere, e ci diede tradotto nel nostro volgare idioma i suddetto libro del Metodo Grande Tedesco, la qual traduzione originale da noi si conserva. Il trito proverbio: facile est inventis addere è stata la nostra guida nel comporre la prefata Introduzione alla Calligrafia per uso delle Scuole Normali ne Dominii di S. M. Siciliana. Il pubblico giudicherà del merito di cotesta opericciuola, e ci lusinghiamo, che le nostre fatiche si avranno forse meritata. Ciocche abbiam divisato rapporto a' cennati due Opuscoli Normali, intender si dee altresì rispetto all' introduzione dell' aritmetica, della Lingua Italiana, ed a' Catechismi di Religione, e di Doveri. Rimettiamo i nostri leggitori a dare un'occhiata alle prefazioni, che saranno prefisse a' suddetti Libri Normali. Ci auguriamo, che una tale nostra candidezza di cuore, con cui francamente abbiamo asserito, che i libri del metodo

metodo di Germania sono stati da noi perfezionati, non degradi punto la gloria della nazione Alamanna, cui l' Europa tutta è debitrice della salutare invenzione del nostro sistema, il quale, al dire d'un vivente e amico filosofo, è la più grande scoperta, che, dopo l'invenzione delle lettere dell' alfabeto, siesi da mente umana escogitata. Se tutti i ritrovamenti dello spirito umano fossero rimasi, come la prima volta uscirono dalle mani del loro autore ; sicuramente che non avressimo alcun di essi portato a quel grado di perfezione, in cui a' giorni nostri li osserviamo pervenuti. Il jurare in verba magistri è già tempo, dacchè è stato solennemente sbandito: nessuno ignora di quale remora non sia stato cagione al progresso delle scienze, e delle arti un siffatto tirannico potere. Lo stesso gran Newton (dice il P. Fontana in una nota alla Sezione III sopra l'elettricità pag. 57 del Compendio di Fisica Sperimentale del Sig. Atwood, da lui tradotto dall' idioma inglese, e stampato in Pavia nell' anno 1781) Creatore dell'ottica, colla sua precipitata decisione dell' incorreggibilità de' raggi omogenei nelle lenti de' cannocchiali, ritardò per avventura più d'un mezzo se colo la scoperta de' vetri acromatici. Non deesi conseguentemente ascrivere a delitto l'intraprendere la correzione d' una qualche umana invenzione, e riputar mani sacrileghe quelle, che con lodevoli conati han renduto un benefizio alla società. In roveredo stesso, dove si esserva rigorosamente il Sistema Normale, si son fatte al medesimo delle mutazioni e aggiunte utili e vantaggiose. Si osservi p. e. la Tabella del Catechismo, posta in fine del Libro del Metodo Leçons. Tome VI.

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Grande Tedesco, e poscia si confronti coll' altra, che vede si inserita nel Compendio di esso metodo sopra citato, e a chiare note si-scorgerà quanto quest' ultima, ch'è lavoro del soprallodato Sig. Abate Marchetti, sia della prima superiore e per la sua semplicità e per la sua chiarezza. Le IV. Operazioni, delle quali abbiam parlato nell' artic. III della Parte, ne' cennati due libri del metodo sono quà e là indicate; eppure nelle Scuole Normali di detta città sono perpetuamente a vantaggio di quegli allievi adoperate. Ci auguramo che un tal nostro sincero parlare ci libererà da ogni maligna interpretazione, che mai si potrebbe dare alle nostre asserzioni, le quali, quanto disdicono a ciascheduno privato Autore, altrettanto son proprie di noi, che non per acquistar gloria e fama, ma unicamente per ubbidire a' reali comandi, e per vantaggio della nostra nazione, abbiamo presa la penna, onde scrivere del Sistema Normale.

Un passo del cap. IV, parte I, della Scienza della Legislazione, pag. 31, ediz. Nap. del 1785, del nostro Filangieri potrebbe per avventura sembrare opposto. al Sistema Normale, il quale prende di mira la Istruzione generale ed uniforme della popolazione; dappoichè egli chiaramente dice che l'educazione deve essere universale, ma non uniforme; pubblica, ma non comune. Coteste parole, anzi che opporsi al nostro Piano, viemaggiormente lo confermano. Perciocchè l'educazione richiede (cosi si esprime il testè lodato Autore) che il Colono, sia istituito per esser cittadinoe colono, e non per esser magistrato e Duce. Essa ri

chiede che l'Artigiano possa ricevere nella sua infanzia quella istituzione, che è atta ad allontanario dal vizio, a condurlo alla virtù, all' amore della patria, al rispetto delle Leggi, ed a facilitargli i progressi nella sua arte; e non già quella, che si richiede per dingere la patria, ed amministrare il Governo. L'educazione pubblica finalmente, per essere universale, richiede,che tutte le classi, tutti gli ordini dello Stato vi abbiano parte; ma non richiede, che tutti questi ordini, tutte queste classi vi abbiano la parte istessa. Se noi ben ponderemmo un tale testimonio del nostro egregio patrio filosofo, e poscia lo confronteremo con quanto da noi si favella, tanto in questa prefazione, quanto in varii luoghi delia II. Parte, e spezialmente neli' introduzione di questa, a chiare note si vedrà, che i divisamenti del cennato illustre autore non son contrarii a' nostri; giacche l'educazione delle differenti classi de' cittadini, seconda i principii del nostro sistema, non debb' essere la stessa di quella, che è necessaria agli allievi di quelle altre classi, che son destinati a reggere e governare la nazione. E' noto il comune adagio: vitia donec homines conseguentemente non preten liamo, che,istruendosi ed educandosi la popolazione nelle nostre scuole del tutto si sbandisca dal cuore umano la malvagità, e l'errore. Diciamo soltanto, che sebbene in minima parte si minorino i delitti, mercè di cotesta pubblica educazione; sempre però si sarà recato alla società un gran vantaggio. Quando gl' in lividui della nazione generalmente sapranno leggere, scrivere, e conteggiare, si scemerà prodigiosamente la massa de' delitti, e delle frodi; e l'estere

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